XIII
by Pablo Balbottin, Enrico Carpegna, Cleo Fariselli, HandEgg,
Valerio Manghi
13/03/2018 - 24/04/2018
Che cos’e’ il cambiamento? A quali direzioni ci porta?
La mostra collettiva XIII, si pone ai confini della fotografia, sulla soglia di una rivoluzione collocabile nelle profondità non verbali.
Oggi la fotografia sta compiendo un processo di mutazione. Scultura, pittura, video, performance si intersecano continuamente con essa, forme e contenuti si innestano, rafforzandola o sminuendola. Quali sono i confini tra fotografia e arte, quale valore ha il contesto Fino a quando un’opera puo’essere ancora chiamata fotografia? Una fotografia inserita all’interno di una galleria puo’ essere definita arte? E una scultura contenente un immagine puo’ essere chiamata fotografia? Fino a che limite l’arte puo’ spingersi ai confini della percezione e della realizzazione senza perdere il senso della sua origine?
XIII espone una serie di artisti selezionati che lavorano sul territorio torinese. Ognuno di essi ha incontrato all’interno delle proprie ricerche il senso di confine e mutazione del mezzo fotografico.
La collettiva XIII si propone come indagine nel panorama della fotografia contemporanea, con un’attenzione particolare a tutto cio’ che muta e si trasforma. Sulla soglia tra interno ed esterno, tra pieno e vuoto, si pongono le fotografie di Pablo Balbontin scattate nella cava di San Cristòbal, in Spagna, essa stessa negativo della Cattedrale di Santa Maria de las Cuevas di Siviglia e di altre opere architettoniche monumentali. L’opera “L’Umbral” è l’incipit metafisico di questa ricerca. L’uso dei materiali di scarto come principio primo e punto di partenza è alla base del video di Cleo Fariselli, realizzato durante la preparazione della mostra Dy Yayi presso Operativa Arte Contemporanea di Roma. Lo scarto di produzione delle sue sculture, create scavando all’interno di un blocco d’argilla, viene lasciato cadere su una superficie cangiante. Enigmatico nella sua semplicità è il lavoro di metamorfosi che interessa le fotografie di Enrico Carpegna. L’acqua, non più soggetto inerme dell’immagine ma materia attiva che interagisce con la fotografia stessa, lascia uno scenario aperto alle ipotesi della sua trasformazione. Il cambiamento che sperimenta Valerio Manghi è invece profondamente intimo e personale: fa della sua stessa sparizione una performance, la sua assenza diventa tangibile nell’era digitale sotto forma di distacco da ogni tipo di comunicazione con l’esterno. Il risultato è un dittico che ritrae il momento del suo ritorno. La fotografia si fa sempre più astratta, non solo nel contenuto non figurativo ma nella sua essenza: l’immagine, ridotta a puro pixel, rappresenta la forma iconica di un nuovo linguaggio. Il collettivo Handegg si colloca alla fine di questa ricerca con un lavoro sulle cartomanti della televisione, santini postmoderni al confine tra sacro e profano. E’ il titolo, numero della trasformazione, a fare da filo conduttore a questo discorso: non a caso abbiamo scelto di inaugurare di venerdì 13, per celebrare le potenzialità vivifiche del cambiamento.
Info artisti selezionati:
-Cleo Fariselli
(Cesenatico, 1982) vive e lavora a Milano e Torino. Nata in una famiglia di musicisti, intraprende studi di Teatro per poi laurearsi, nel 2007, all’Accademia di Belle Arti di Brera. Completa la sua istruzione con workshop tenuti da Jimmie Durham (Fodnazione Ratti, Como), Rirkrit Tiravanija (Domus Academy, Venezia) Liliana Moro e the Otolith group (Fondazione Spinola Banna, Torino. È artista in residenza alla Dena Foundazion a Parigi(2009) e a BAR project a Barcellona (2013). È nalista dei premi Museion Prize 1, Museion, Bolzano; Women to Watch, NMWA, Washing- ton; 5x5 Castellò Award, EACC, Castellò; Ariane De Rothschild Prize, Palazzo Reale, Milano. Le recenti mostre per- sonali includono Calipso, Clima gallery, Milano; Serpenti nelle grondaie, GAFF, Milano; U., Fonderia Artistica Batta-glia, Milano; Samus Viridis X-9, Espacio Sant Pere, Barcellona. Tra le recenti mostre col-lettive troviamo: Intuition, Palazzo Fortuny, Venezia, TU35 Expanded, Museo Pecci, Prato; Forever never comes, Museo Archeologico e d’Arte della Ma- remma, Grosseto; Estate, Marianne Boesky Gallery, New York; the Prague Biennale 5, Praga.
-Enrico Carpegna
Nato a Madrid, ha vissuto l’infanzia in Kenya ed Etiopia e compiuto gli studi in Italia e negli Stati Uniti.
Incontra la Fotografia a 13 anni.
Autodidatta; con Mario Monge instaura un lungo rapporto di amicizia e confronto sulla fo-tografia.
Esercita la professione di fotografo dal 1985 in Italia e all’estero nel campo della fotogra-fia pubblicitaria, moda e beauty. Esordisce come autore con lavori sul tema della ‘Memoria collettiva’, sviluppato secondo declinazioni tematiche che ama definire ‘moduli’. La sua ricerca attuale è focalizzata, allo stesso modo, sul tema ‘Aquae’ scomposto, anch’ esso, in ‘moduli’ parzialmente realizzati ed inediti. Ha sperimentato tecniche personali di ripresa e di stampa; applicate in ambito commerciale o finalizzate a mostre tematiche. Da circa 20 anni tiene corsi di fotografia all’Istituto Europeo di Design di Torino. Pubblica nel 2006 il libro: ‘Sombras de Tango’. (Perdisa Editore)
-Valerio Manghi
Nato a Ivrea nel 1988. Si è diplomato in Fotografia presso il Dipartimento di Arti Visive dell’Istituto Europeo di Design di Torino nel 2012. Espone in mostre collettive e per due anni è membro attivo del collettivo Diogene. Viene ricoverato in reparto psichiatrico nel 2011, 2015 e 2016.
Oggi si occupa di strategie di sopravvivenza all’interno della società contemporanea.
-Pablo Balbontin
Nasce nel 1965 a Savona, di nazionalità spagnola, si laurea in Gior-nalismo nel 1990 all’Università Complutense di Madrid.
Nel 1994 da Siviglia si trasferisce a Torino, dal 1997 fino alla sua chiusura collabora con l’agenzia fotografica Grazia Neri. Dal 2007 a oggi lavora con lo IED di Torino come professore di fotografia di reportage.
Dal 2008 lavora con il grande formato 4x5 pollici su soggetti di carattere sociale-politi-co-economico e paesaggistico.
Ha pubblicato tre libri: “I Dannati, Iraq la guerra silenziosa”, “I Custodi della biodiversi-tà”, “Smisurati Giganti? La modernità dell’eolico nel paesaggio italiano”.
-Collettivo Handegg
Collettivo che opera sul territorio torinese dal 2016. Gli artisti si propongono di indagare la fotografia contemporanea nelle sue forme più sperimentali.